Siti: Podere Altini

Il sito di Podere Altini è stato selezionato all’interno di questa ricerca per evidenziare le potenzialità della nostra metodica di analisi su contesti a carattere ambientale e storico-archeologico. L’attuale area di Podere Altini è stata sede di attività estrattiva in epoca moderno-contemporanea, ma molti indicatori raccolti inducono a valutarne un ruolo significativo anche in epoca pre-industriale; il sito è infatti posizionato ad una distanza relativamente breve dalle aree di lavorazione metallurgica della Rialla (l’antica fonderia del Comune di Massa Marittima, della quale non restano oggi che pochi accumuli di scorie, ma il cui posizionamento è ipotizzato sulla base della presenza di toponimi ed attestazioni di carattere archeologico; Badii 1931; Simonin, 1854) e di Marsiliana/Pian delle Gore, dove la presenza di attività di trasformazione del minerale è ben documentata dagli imponenti accumuli di scorie, che sono stati oggetto di specifiche indagini archeologiche da parte del’Università di Siena (Guideri 1998).
Si è dunque proceduto ad effettuare una serie di misurazioni sul campo; di seguito sono riportate le carte raffiguranti l’area studiata, con la localizzazione dei siti di campionamento (Figura 26), ed i valori di concentrazione di As ottenuti per ognuno di essi, e della dispersione dell’As in una rappresentazione bidimensionale (kriging) in cui l’intensità della concentrazione dell’inquinante va di pari passo con l’intensità della gradazione del colore marrone (Figura 26).
Oltre all’Arsenico la nostra indagine ha riguardato anche i seguenti elementi: Cd, Pb, Cu, Zn e P. I metalli pesanti Cd, Pb, Cu e Zn sono stati determinati allo scopo di verificare la presenza di correlazioni statistiche con l’Arsenico e di valutare il loro possibile uso come traccianti nella ricerca di siti archeologici. Per quanto riguarda il P, non avendo allo stato attuale la possibilità di determinare la frazione organica del suolo attraverso metodiche opportune, abbiamo ipotizzato che la determinazione di questo elemento potesse fornire un’indicazione sul grado di eutrofizzazione del terreno. Tale informazione è importante in quanto è noto che la dispersione dell’Arsenico nel suolo e di conseguenza nelle acque è strettamente legata alla popolazione microbica.
In questo caso, per avere un riferimento generale con cui poter confrontare i risultati ottenuti, nei grafici abbiamo riportato i valori tabellari, che stabiliscono i limiti di concentrazione consentiti per tali elementi e sono indicatori di “concentrazioni nella norma” per suoli e sedimenti.
In questo caso, le analisi sui tenori dei metalli pesanti, As e sono state eseguite utilizzando la tecnica ICP-Massa. I valori ottenuti sono riportati in tabella 2.
Dall’osservazione della tabella, emerge in maniera evidente che i dati relativi all’Arsenico mostrano il maggiore interesse. Infatti, i valori sono distribuiti in maniera non omogenea e alcuni di essi presentano valori eccezionalmente elevati. Tali campioni rappresentano rispettivamente un prelievo di sedimento fluviale, il 5 (1041 ppm), e uno di topsoil, il 6 (2728 ppm), operati nello stesso sito di campionamento, il primo nell’alveo del corso d’acqua e il secondo a circa 2 metri a monte nel suolo. Quest’area attualmente occupata da macchia mediterranea e prati risulta costituita da suolo franoso caratterizzato da una granulometria particolare che mette in evidenza la presenza di terreno di riporto (probabilmente mine tail) dovuto a scavo minerario (sito Altini). Per quanto riguarda gli altri elementi sono tendenzialmente distribuiti in maniera più uniforme. Allo scopo di visualizzare meglio tale differenza di comportamento tra Arsenico e gli altri metalli vengono riportati di seguito gli istogrammi relativi alle concentrazioni per ogni sito, insieme ai limiti tabellari. In tal modo si rende evidente come Cd e Pb abbiano una distribuzione non anomala, mentre quella dell’Arsenico sia estremamente distante dalla normalità.


Campioni

Concentrazione elementi in mg/kg (ppm)

Codice

[As]

[Cd]

[Pb]

[Cu]

[Zn]

[P]

1

Ven  01/ 05 S.S.

50

0,7

82

87

247

815

2

Ven  02/ 05 S.S.

292

3,6

145

83

433

537

3

Ven  03/ 05 T.S.

215

2,5

131

93

344

504

4

Ven  04/ 05 T.S.

69

0,9

127

91

222

548

5

Ven  05/ 05 S.S.

1041

11,4

108

53

224

441

6

Ven  05/ 05 T.S.

2728

33,0

157

41

227

473

7

Ven  06/ 05 S.S.

466

5,3

177

55

571

465

8

Ven..07/ 05 S.S.

198

2,7

298

42

558

387

9

Ven  08/ 05 S.S.

14

0,2

34

47

154

365

10

Ven  08/ 05 T.S.

8

0,1

19

42

109

175

11

Ven  09/ 05 T.S.

18

0,2

35

47

120

329

12

Ven  10/ 05 S.S.

67

0,9

48

45

122

156

13

Ven  11/ 05 S.S.

25

0,2

52

48

136

368

14

Ven  12/ 05 T.S.

59

0,6

32

45

120

254

15

Ven  13/ 05 S.S.

473

4,5

35

44

135

247

16

Ven  14/ 05 T.S.

155

1,5

24

36

102

487

17

Ven  15/ 05 T.S.

105

1,2

24

58

131

612

18

Ven  16/ 05 T.S.

413

4,3

79

92

416

362

19

Ven  17/ 05 T.S.

144

1,3

21

37

85

541

20

Ven  18/ 05 T.S.

647

6,7

39

52

125

393

21

Ven  19/ 05 S.S.

121

3,3

1059

234

939

842

22

Ven  20/ 05 T.S.

78

1,0

102

66

235

639

Ven, sta per Venelle ed indica il nome della campagna di campionamento.

Le due coppie di numeri separate dalla sbarra indicano rispettivamente: il numero assegnato al sito di campionamento, e l’anno in cui è stato effettuato, 05 sta per 2005.

T.S. indica la matrice ambientale prelevata, il topsoil o suolo.

S.S. indica la matrice stream sediment, sedimento fluviale.

grafico_1 grafico_2
 
grafico_3
   
Istogrammi delle concentrazioni di As, Cd e Pb, in riferimento ai valori tabellari. In verde è tracciato il limite tabellare per le zone residenziali mentre in blu il limite consentito per le zone industriali (All. 2 alla Parte Quarta-Titolo V del D.Lgs 152/2006).    
     

Per quanto riguarda il Fosforo, di cui non è riportato alcun livello tabellare, si evidenziano le concentrazioni dei campioni n° 1 (815 ppm) e 21 (842 ppm), due sedimenti fluviali entrambi prelevati lungo il Fosso delle Venelle. Tali valori possono essere ricondotti all’utilizzo di fertilizzanti per l’agricoltura. Infatti, il fosso Venelle è recettore del reticolo idrografico che drena i terreni coltivati circostanti.

PHOT0013
PHOT0026
fosso delle Venelle in prossimità del prelievo del campione 2 fosso delle Venelle in prossimità del prelievo del campione 21

Dall’osservazione dei risultati in tabella, si intuisce subito la preponderante importanza dell’Arsenico, al quale, nel presente studio, viene attribuito il ruolo di elemento tracciante. Oltre ai campioni 5 e 6, sono state rilevate concentrazioni molto elevate anche nei campioni 7, 15, 18 e 20, con valori che oscillano tra i 400 e i 650 ppm. Il campione 7 (466 ppm), sedimento fluviale, è localizzato a valle dello stesso corso d’acqua del 6. Il campione 15 (473 ppm) è anch’esso un sedimento fluviale, prelevato in un piccolo corso d’acqua nei pressi del casolare del podere Geremia, situato in direzione Sud-Ovest rispetto al sito Altini. A circa 50 metri dal campione 15 è stato effettuato un altro prelievo (n° 14, topsoil) che ha presentato un contenuto di Arsenico relativamente basso di 59 ppm. Il campione 18 (topsoil) 413 ppm è stato prelevato ai bordi della strada bianca che da nord conduce al sito Altini. Sempre in direzione nord, anche nella piana alluvionale a valle del sito Altini, sono stati registrati elevati valori (valore massimo = 715 ppm). In quest’area, ex centro europeo CARAPAX per la tutela delle specie autoctone di tartarughe, alcuni lavori di scavo hanno portato alla luce delle strutture murarie, oggi ormai perdute, che potrebbero essere state connesse con la presenza di attività metallurgiche. Inoltre, precedenti campagne di analisi hanno messo in evidenza, anche qui, concentrazioni elevate di As (715 ppm). A monte dei quest’ultimo sito (CARAPAX), sulla stessa direttrice Sud-Nord, anche il campione n° 18 presenta valori elevati (647 ppm). Questo indica che probabilmente la movimentazione del minerale avveniva dalla miniera verso valle, dove probabilmente si trovavano delle aree di lavorazione. Sempre presso il sito Altini, ma dalla parte opposta, il campione di suolo numero 19, ha presentato una concentrazione di Arsenico molto più bassa (144 ppm). Tra i rimanenti valori emergono per intensità, quelli dei campioni n° 2 (292 ppm) e 3 (215 ppm), il primo un sedimento fluviale del Fosso delle Venelle il secondo un topsoil prelevato a breve distanza dal precedente, entrambi nei dintorni del Molinpresso. Per quanto riguarda campioni che rientrano nei limiti consentiti dalla legge, in particolare i sedimenti fluviali numero 9 (14 ppm) e 13 (25 ppm) e i topsoil numero 10 (8 ppm) e 11 (18 ppm), questi presentano i valori più bassi di tutta l’analisi e sono localizzati all’interno di una ristretta area che occupa la collinetta, 242 metri s.l.m., in direzione ovest rispetto al sito Altini. Questa localizzazione dei bassi valori di As sembrano confermare il fatto che la movimentazione del minerale fosse effettuata lungo una direttrice ben definita con un conseguente apparato impiantistico opportuno. A conferma di ciò vi sono anche i campioni 12 (67 ppm) e 8 (198 ppm), che in direzione ovest sono in linea con la tendenza verso una diminuzione della concentrazione.
Di seguito sono riportate le immagini di alcuni siti di campionamento. Per ciascuna di esse è riportato sotto il numero del campione di riferimento.


PHOT0007

preparazione campione n°16

PHOT0017

campione n°10

PHOT0034

campione n°18

PHOT0008

campione n°12

terreno circostante al casolare Altini

PHOT0035

campionamento n°20

   

Nella figura sottostante è rappresentata in grafica tridimensionale la dispersione dell’As nei dintorni di Massa Marittima. Le zone caratterizzate da elevate concentrazioni dell’inquinante sono evidenziate da gradazioni di marrone molto intense. La visualizzazione dell’immagine è orientata in direzione Ovest, in modo da porre in primo piano l’area interessata dal presente studio.

arsenico_massa

Cartina geografica tridimensionale della dispersione di Arsenico nei dintorni di Massa Marittima. In giallo è evidenziato il sito Altini. La visualizzazione da Massa Marittima è orientata lungo la direttrice in direzione Est-Ovest.

Di seguito sono riportate le cartine raffiguranti l’area studiata, una con la localizzazione dei siti di campionamento e i valori di concentrazione di As ottenuti per ognuno di essi, l’altra con la dispersione dell’As in una rappresentazione bidimensionale (kriging) in cui l’intensità della concentrazione dell’inquinante va di pari passo con l’intensità della gradazione del colore marrone, (rispettivamente figura 26 e 27).
Dall’osservazione dei dati e tenendo conto delle informazioni già in nostro possesso, possiamo ipotizzare che le attività minerarie si siano sviluppate lungo la direttrice Sud-Nord che va dal sito Altini alle Sorgenti Venelle, dove la presenza di un corso d’acqua rafforzerebbe l’idea dell’esistenza di strutture atte alla fusione o comunque alla lavorazione del minerale (strutture murarie rinvenute da scavi effettuati presso il CARAPAX). Il minerale veniva estratto nei pressi dell’attuale casolare Altini e successivamente trasportato a valle nei dintorni delle Venelle, dove erano situati gli impianti di trasformazione e fusione. In direzione opposta, a valle del sito d’estrazione vi sarebbe stato accumulato il terreno di riporto (mine tail) dovuto agli scavi minerari.

barre6

Sono stati riportati i campionamenti, con rispettivo numero e le concentrazioni rilevate per ognuno di essi, rappresentate dalle barre che ne evidenziano le relatice intensità. Il valore della concentrazione del ca,pione 6 è stato diviso per 2, al fine di rendere le dimensioni delle barre più uniformi

krig_altini_2

rappresentazione bidimensionale ottenuta attraverso la tecnica di interpolazione spaziale "kriging". A concentrazioni elevate di Arsenico corrispondono gradazioni di marrone più intense

Tale ipotesi trova conferma nei valori eccezionalmente elevati dei campioni n° 5 e 6 prelevati in quest’area, che sono difficilmente interpretabili, tenendo conto unicamente delle caratteristiche geologiche del territorio. L’osservazione della presenza nel sito di terreno con caratteristiche e granulometrie tipiche degli scarti di lavorazione mineraria rende tale ipotesi del tutto attendibile.
Quindi, per riassumere, attraverso lo studio della concentrazione di As possiamo individuare due zone ben definite connesse con la lavorazione mineraria. La prima a nord del sito, dove veniva convogliato il minerale da lavorare. In questa zona, ricca di acqua (sorgente Venelle), indispensabile per la lavorazione, non venivano accumulati materiali di scarto. La seconda zona rivolta a sud del sito, veniva invece utilizzata come area di accumulo di materiali di scarto, che presumibilmente sono risultati anche i più ricchi in Arsenico.
Al contrario, le aree ad Est ed Ovest rispetto al sito, dove ritroviamo valori più bassi, sono rimaste coinvolte marginalmente rispetto all’attività di lavorazione. In particolare è interessante l’area Ovest, che da un punto di vista geologico appare identica al sito Altini. Ciò, fa presumere che l’origine dell’anomalia registrata, sia del tutto indipendente da fattori naturali.
Di diversa, e più difficile lettura, è invece l’insieme dei dati del Piombo. Infatti, dalle informazioni storiche sembra che, l’attività mineraria nel sito era destinata verso l’estrazione di Piombo e Argento, quindi sarebbe stato plausibile rintracciare la presenza di anomali quantitativi di Piombo. Al contrario, le concentrazioni del Piombo nei suoli e nei sedimenti sono pressoché normali, rispetto alle concentrazioni medie dell’area, e spesso inferiori ai limiti di Legge (D.Lgs 152/2006). Quindi, a meno di difetti di campionamento e/o di analisi, è possibile ipotizzare che il sito fosse dedicato all’estrazione di altri metalli.
Anche in questo studio effettuato nel territorio delle Colline Metallifere, abbiamo ottenuto la conferma del comportamento del tutto peculiare dell’Arsenico una volta introdotto nell’ambiente attraverso meccanismi naturali o ad origine antropica. Inoltre viene ulteriormente ribadito che le eventuali azioni antropiche effettuate su un determinato territorio e più in generale sull’Ambiente, se non valutate con la necessaria attenzione, possono ripercuotersi negativamente per periodi anche estremamente lunghi. A titolo di esempio, bisogna ricordare come la ricca falda acquifera delle Venelle (zona limitrofa al sito), sia attualmente contaminata da As, e quindi completamente indisponibile per uso civile e agricolo, sopprimendo quindi una delle possibili fonti di approvvigionamento della zona.
Per quanto riguarda gli altri elementi unico risultato rilevante sono i 33 ppm di Cadmio del campione n° 6. A tal proposito si nota una forte similitudine con l’andamento delle concentrazioni di As. Infatti, a campioni con elevati valori di Arsenico sono associati valori di Cadmio relativamente elevati.

 

Analisi delle componenti principali (PCA)
La PCA (Principal Component Analysis) è finalizzata ad estrarre la massima informazione possibile contenuta in una struttura di dati multivariati, sintetizzandola in poche combinazioni lineari delle variabili stesse. Questo metodo viene frequentemente impiegato nella prima fase di elaborazione dei dati e serve a dare una visione generale del problema, a capire le relazioni tra gli oggetti e/o le classi considerate ed a fornire un'indicazione preliminare sul ruolo delle variabili, mettendo eventualmente in luce la possibilità di eliminarne alcune che, essendo strettamente correlate tra loro, portano informazioni simili e possono quindi essere considerate ridondanti.

Un aspetto di grande rilevanza nello studio di problemi multivariati riguarda la possibilità di "vedere" graficamente i dati. L'analisi delle componenti principali ci fornisce una soluzione algebrica che ci consente anche rappresentazioni grafiche molto efficaci dei soli oggetti (scores plot). Per ogni coppia di componenti principali la quantità percentuale di varianza totale rappresentata nel grafico è data dalla somma della varianza spiegata dalle singole componenti, divisa per la somma di tutti gli autovalori (la varianza totale dei dati).

Con i dati conseguiti nella presente indagine è stata sviluppata un’analisi multivariata in cui sono state messe in correlazione fra di se le concentrazioni dei vari elementi. L’analisi di correlazione confronta le informazioni relative a coppie di elementi, mettendo in evidenza le relazioni esistenti, numericamente rappresentate da un coefficiente di correlazione. Tale coefficiente se è prossimo a 1 indica che tra i due elementi si presenta una relazione di proporzionalità diretta, se tende a zero vuol dire che non ci sono correlazioni, se invece è negativo significa che la relazione esistente tende ad una proporzionalità inversa. Di seguito è riportata la tabella dei coefficienti di correlazione degli elementi trattati.

Variabili

As

Cd

Pb

Cu

Zn

P

As

1.0000

0.9962

0.0164

-0.1414

0.0149

-0.0068

Cd

0.9962

1.0000

0.0827

-0.0838

0.0688

0.0339

Pb

0.0164

0.0827

1.0000

0.8820

0.8706

0.5270

Cu

-0.1414

-0.0838

0.8820

1.0000

0.7777

0.6337

Zn

0.0149

0.0688

0.8706

0.7777

1.0000

0.4849

P

-0.0068

0.0339

0.5270

0.6337

0.4849

1.0000

tabella correlazione. Sono stati evidenziati i coefficenti più interessanti: in giallo quelli che esprimono la maggiore correlazione, in rosso quelli che ne esprimono la minore

Da una prima osservazione della tabella si nota una forte correlazione tra As e Cd, buone correlazioni tra Pb e Cu e tra Pb e Zn e la tendenza a correlazioni inverse tra As e P e tra As e Cu, con quest’ultima molto più accentuata rispetto alla prima. Il P non è interessato da nessuna rilevante correlazione, a parte una leggera affinità con il Cu. Inaspettatamente è stata osservata una bassa correlazione tra Arsenico e Piombo, i quali invece sono spesso associati in minerali presenti nelle colline metallifere. Aspetto fondamentale di questo tipo di analisi è la possibilità di poter rappresentare graficamente i risultati ottenuti attraverso diagrammi di correlazione (scores plot), in cui si visualizza molto efficacemente la relazione tra le concentrazioni dei due elementi presi in considerazione. Sono riportati di seguito gli scores plot delle coppie di elementi che hanno presentato interessanti correlazioni.

score_plot

A) score plot As vs Cd.

B) score plot Pb vs Cu.

 

score_plot_2

A) score plot Pb vs Zn

B) score plot As vs P

 

Osservando il diagramma riportato in Figura 28A è possibile osservare l’ottima correlazione tra As e Cd, prevista anche dal valore prossimo a 1 del loro coefficiente. I dati, seguono un andamento pressochè lineare, a conferma della diretta proporzionalità esistente tra la concentrazione dell’Arsenico e quella del Cadmio. Questa forte correlazione risulta inaspettata data la scarsa affinità chimica tra i due elementi e la assenza di riferimenti bibliografici in questo senso.
Lo score plot di Pb vs Cu è riportato in Figura 28B. Rispetto al precedente grafico tra As e Cd, è ben visibile la minore linearità dei dati, evidenziata da un raggruppamento iniziale degli oggetti, da cui riusciamo comunque a rilevare l’esistenza di una correlazione accettabile.
Lo score plot dell’As vs Cu (Figura 29A) evidenzia una tendenza all’inversione della linearità, che graficamente si traduce in una disposizione degli oggetti con andamento opposto a quello osservato nello score plot As vs Cd, dove ad elevati valori della concentrazione di As corrispondono elevati valori della concentrazione di Cd e a bassi valori della concentrazione di As corrispondono bassi valori di Cd, mentre in questo caso si ha una relazione inversa, per cui a bassi livelli di As corrispondono, non sempre, alti livelli di Piombo e viceversa.
Infine lo score plot As vs P, (Figura 29B) mostra una chiara assenza di correlazione, rappresentata da una dispersione degli oggetti priva di linearità e da un coefficiente prossimo allo zero con una leggera tendenza alla negatività. Tale diagramma è comunque risultato successivamente utile quando è stato confrontato con il grafico ottenuto da un altro tipo di analisi statistica, la “Cluster Analisys”, sviluppata sempre sulla coppia di elementi As e P.

Cluster analysis
Similmente allo studio del Castello di Cugnano è stata effettuata la “Cluster Analysis” (CA) sui dati. Come già detto essa ha come fine quello di individuare, all'interno di un insieme, dei gruppi di campioni che presentano caratteristiche similari in funzione di determinate variabili. La similarità tra campioni appartenenti allo stesso gruppo (cluster) è sempre maggiore della similarità tra qualsiasi campione del gruppo con tutti gli altri campioni non appartenenti a quel gruppo.
Sono stati sviluppate due CA, un cluster multi elemento e un cluster As-P

cluster_analysis

diagramma rappresentante la Cluster analysis basata sulla coppia As - P

Lo sviluppo del cluster As-P è risultato molto interessante, in quanto a differenza di ciò che è avvenuto per lo score plot As vs P, da cui non abbiamo rilevato alcuna relazione tra i due elementi, con il clustering è stata evidenziata una relazione nella distribuzione territoriale dei campioni. Come possiamo ben vedere dal grafico infatti unendo in un insieme i cluster 2 e 4, denominato gruppo H, e in un altro insieme i cluster 1 e 5, gruppo M, possiamo dividere tutti i campioni in tre gruppi principali, gruppo H, gruppo M e il cluster 3 che fa gruppo a se denominato L. Il gruppo L è composto da campioni che presentano basse concentrazioni di As e di P (area boschiva senza presenza di lavorazioni minerarie), il gruppo M da campioni con intermedie concentrazioni di P e alte di As (area Mineraria), infine il gruppo H in cui si hanno basse concentrazioni di As e elevate concentrazioni di P (area agricola che probabilmente deve all’uso di fertilizzanti le elevate concentrazioni di P). Osservando la localizzazione dei campioni sulla carta geografica è evidente la relazione nella distribuzione territoriale che accomuna fra se i componenti di ogni gruppo. E’, infatti, facilmente circoscrivibile per ogni gruppo una diversa area di appartenenza. Nella figura seguente sono state circoscritte le tre zone di appartenenza dei campioni, una per ogni gruppo.
Dallo sviluppo del cluster multi-elemento, non sono stati rilevati risultati aggiuntivi a quelli ottenuti dall’analisi cluster As-P.

distribuzione_campioni

distribuzione territoriale dei campioni in riferimento alla cluster analysis As - P. In verde è circoscritta l'area di distribuzione del cluster 3, gruppo L; in giallo la distribuzione del gruppo M e in rosso quella del gruppo H

Riassumendo, dallo sviluppo dell’analisi statistica attraverso metodi di analisi delle componenti principali e metodi di cluster analisys abbiamo ricavato due informazioni fondamentali:

- forte relazione tra As e Cd, importantissima sia per intensità sia perché riguardante due elementi solitamente non correlati; metodo delle analisi delle componeneti principali con sviluppo di score plot As vs Cd;

- distribuzione territoriale dei campioni rispetto alle similitudini riscontrate nelle concentrazioni di As e P; metodo cluster analisys con sviluppo di diagramma cluster AS-P.

L’indagine sul sito Altini ha riguardato la determinazione quantitativa di As, P e dei metalli pesanti Cd, Cu, Pb e Zn, nei suoli e nei sedimenti nel territorio di Massa Marittima (Grosseto), nei pressi del sito Altini, al fine di determinare la loro correlazione con la presenza di antiche attività minerarie.
A tal proposito è stato accertato il ruolo fondamentale dell’Arsenico quale elemento tracciante per l’indagine sulla presenza di siti archeo-minerari, indipendentemente da quali siano stati i metalli estratti in tali siti.
Osservando la distribuzione della concentrazione dell’As è stato possibile circoscrivere aree sicuramente interessate da antiche attività minerarie e aree altrettanto sicuramente estranee a tali attività. Sono state inoltre ottenute indicazioni sull’organizzazione dell’impianto minerario del sito Altini, oltre alla delimitazione della sua estensione.
Dal trattamento statistico dei dati sono state evidenziate interessanti relazioni tra le concentrazioni degli elementi dei campioni analizzati. Attraverso l’analisi delle componenti principali è stata osservata una forte correlazione tra le concentrazioni di As e Cd, la cui spiegazione necessita un ulteriore approfondimento analitico.
Attraverso la cluster analysis è stata osservata una distribuzione territoriale dei campioni rispetto alla relazione tra la concentrazione di As e quella di P.
Dal presente lavoro, inoltre, si evince che l’Arsenico può essere sicuramente sfruttato nella ricerca di siti archeo-minerari, tenendo anche presenti le caratteristiche naturali del territorio studiato.
Per il prossimo futuro saranno organizzate campagne a carattere esclusivamente archeologico, con lo scopo di verificare la presenza di nuovi siti ancora non identificati, in aree in cui sono state evidenziate forti anomalie da Arsenico.